La logica del non c’è rapporto sessuale
Cristiano Lastrucci (membro SLP/AMP)
Freud, alla fine della sua elaborazione teorica, scrisse: “qualcosa che entrambi i sessi hanno in comune è stato costretto ad esprimersi in forme diverse a causa della differenza dei sessi.”[2]
Questo qualcosa è il fallo. Lacan mostra inizialmente come questo significante sia quello che fonda la significazione: “è il significante designato a designare nel loro insieme gli effetti di significato, in quanto il significante li condiziona per la sua presenza di significante”[3]. Detto in altri termini, “il fallo è il significante del potere della significanza”[4]. Nel simbolico gioca la dialettica tra presenza e assenza, cosa che nell’essere umano ha un aggancio nel corpo, nella presenza/assenza di una parte del corpo tra i sessi, che assume valore di significante, appunto il fallo, che struttura il rapporto tra i sessi, che “ruoteranno intorno a un essere e a un avere (…) che producono un effetto contrastante, d’un lato quello di dare realtà al soggetto in questo significante, dall’altro di irrealizzare le relazioni da significare”.[5] L’essere parlante potrà dunque identificarsi come uomo o come donna soltanto attraverso di esso, quindi “il rapporto sessuale non si da senza un terzo termine, il quale è per l’esattezza il fallo.”[6], che non deve essere considerato come un medium, proprio perché non mette in rapporto i due sessi, ma serve ad essi per definirsi:
Nel seminario XIX proseguirà il suo cammino e scriverà:
Dal lato della donna abbiamo che non esiste una x che non è soggetta alla castrazione e che non per ogni donna vi è castrazione. Il primo enunciato non è da considerare equivalente a , come vorrebbe la logica aristotelica, perché “contrariamente all’inclusione di dell’esistenza del Padre il cui dire di no lo situa in relazione alla funzione fallica, è in quanto in c’è il vuoto, la mancanza, l’assenza di qualsiasi cosa neghi la funzione fallica che, inversamente, non c’è nient’altro che il non-tutto nella posizione della donna rispetto alla posizione fallica. Ella è in effetti non-tutta”[13]. Quindi, a differenza del lato maschile, non esiste un elemento esterno all’insieme che permetta all’insieme stesso di esistere: “il che vuol dire che le donne costituiscono un insieme aperto ed infinito”.[14] È qui che si situa il non-tutta. L’essere parlante si trova quindi, ad un certo punto, di fronte ad una scelta: se posizionarsi, al di là dell’organo anatomico con cui nasce, dal lato del tutto o dal lato del non tutto.
Per concludere e per ricollegarsi al tema del nostro Convegno, possiamo dire che “non c’è rapporto sessuale a livello del reale, perché a questo livello è l’Uno che regna, non il due. Il rapporto sessuale non fiorisce che al livello del senso”[15]. Nel reale esiste il godimento, la ripetizione, ovvero qualcosa che opera fuori-senso.
[2] S. Freud, Analisi terminabile ed interminabile, in Opere, vol. XI, Bollati Boringhieri, Torino 1989.
[3] J. Lacan, “La significazione del fallo: Die Bedeutung des Phallus”, in Scritti, vol.II, Einaudi, Torino, p.687
[4] A. Di Ciaccia, J.-A. Miller, L’Uno-tutto-solo, Astrolabio, Roma, 2018, p.73
[5] J. Lacan, “La significazione del fallo: Die Bedeutung des Phallus”, in Scritti, vol.II, Einaudi, Torino, p.691
[6] J. Lacan, Il seminario. Libro XVIII. Di un discorso che non sarebbe del sembiante, Einaudi, Torino, 2010, p.131
[7] Ib., p.130
[8] J. Lacan, Il seminario. Libro XIX. …o peggio, Einaudi, Torino, 2020, p.27
[9] Ib., p.30
[10] S. Freud, Totem e tabù, in Opere, vol. VII, Bollati Boringhieri, Torino 1989.
[11] A. Di Ciaccia, J.-A. Miller, L’Uno-tutto-solo, Astrolabio, Roma, 2018, p.101
[12] J.-A. Miller, La sutura, in Un debutto nella vita, Borla, Roma, 2010, p.97
[13] J. Lacan, Il seminario. Libro XIX. …o peggio, Einaudi, Torino, 2020, p.202
[14] Ib., p.261
[15] A. Di Ciaccia, J.-A. Miller, L’Uno-tutto-solo, Astrolabio, Roma, 2018, p.106