Binari non binari
Silvia Morrone – AE Scuola Una
“(…) il reale, propriamente parlando, si incarna – in che cosa? Nel godimento sessuale. Ma in che modo? Come impossibile (…)”1
Nel Seminario XVIII, Di un discorso che non sarebbe del sembiante, Lacan sottolinea l’abisso esistente fra ciò che chiamiamo sessualità e le relazioni rivelate dall’inconscio scoperto da Freud.
Il sessuale non ha nulla a che vedere con la biologia ma piuttosto con i rapporti fra l’uomo e la donna, rapporti la cui stoffa è fatta di sembianza.
Si tratta per Lacan di rapporti che sembrano seguire un “destino” che si produce, per gli umani, nell’età adulta, e cioè quello di suddividersi in uomini e donne.
Un destino che, nella sua realizzazione, pur essendo veicolato in un discorso, rimane sempre opaco, eccede la dimensione della sembianza.
“L’identificazione sessuale non consiste nel credersi uomo o donna, ma nel tener conto, per il ragazzo, che ci sono delle donne, e per la ragazza che ci sono degli uomini.”2
Se ci aspettavamo di trovare una formula che ci permettesse di orientarci, possiamo sentirci un po’ delusi, ma l’apparente vaghezza di Lacan su questo tema in realtà tocca l’essenziale della questione, cioè che i sembianti non dicono nulla di come un soggetto acconsente a collocarsi in posizione maschile o in posizione femminile.
La presenza del corpo dell’Altro contribuisce, inoltre, a ripetere l’imbarazzo dell’incontro con qualcosa che non va, che non fa rapporto fra i sessi, che mette in rilievo l’isolamento del proprio godimento singolare, rispetto al quale ciascun soggetto è chiamato a trovare un modo per sbrogliarsela.
Già da diversi decenni, la caduta dei sembianti ha messo in rilievo una dimensione non binaria dell’identità sessuale che, pur non appoggiandosi più alla funzione del Nome-del-Padre, domanda, comunque di essere riconosciuta dall’Altro.
Inoltre, non dovevamo attendere la pandemia per constatare la salita allo zenit del riferimento al virtuale per sbrogliarsela con il reale del sesso e con l’impossibile che fonda i rapporti fra uomini e donne.
Come psicoanalisti siamo chiamati in causa per dire la nostra in questi campi per non lasciarli completamente alla deriva scientista.
Molte sono infatti le sfumature che toccano la clinica, uno per uno, e che il nostro prossimo Convegno ci darà modo di trattare!
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[1] J. Lacan, Libro XVIII, Di un discorso che non sarebbe del sembiante, Einaudi, Torino 2010, p. 27.
[2] Ibidem, p. 28