Nevrosi d’angoscia e sessualità
Roberto Cavasola (AME, membro SLP / AMP)
La nevrosi d’angoscia sembra dimenticata dagli psicoanalisti, forse è per questo che nel DSM, a fronte della cancellazione della nevrosi, il Disturbo di attacchi di panico è stato creato come entità clinica nuova. Si direbbe che la psichiatria che si autodefinisce scientifica consideri questa diagnosi come sufficientemente estranea al freudismo per poterla coniare senza suscitare imbarazzo; anche i cognitivisti si sono appropriati del tema, autoproclamandosi i veri specialisti in materia, come se tutto sommato gli psicoanalisti avessero lasciato loro il campo libero. Non c’è una scienza del reale [1], nemmeno con la psicoanalisi, tantomeno del sesso, che Freud metteva al centro della sua prima interpretazione dell’angoscia. Forse sarebbe meglio parlare di sessualità anziché di sesso, proprio perché se ne può solo parlare, e non ci sono delle formule per il sesso…nemmeno quelle della sessuazione, che bisogna saper interpretare quando servono. Eppure, nella storia della psicoanalisi i tre articoletti di Freud sulla nevrosi d’angoscia sono proprio quelli in cui ha proclamato: “è il sesso! È il sesso! È tutta colpa del sesso!”. I lacaniani dicono forse il contrario quando affermano che “non c’è rapporto sessuale”? Miller ha addolcito, o forse ha precisato questa formula, che “non deve essere considerata in modo negativo, ma come una pagina bianca, come qualcosa di non scritto. C’è tanto da scrivere e da parlare di questo perché non è stato scritto.” [2]
La nevrosi d’angoscia viene definita come nevrosi “attuale” [3], ed è legata ad una situazione momentanea; Freud non la considera quindi come un’entità autonoma e considera che vadano considerate anche “nevrosi miste” [4] in quanto la nevrosi d’angoscia si sovrappone, con una sintomatologia momentanea, alla vera nevrosi. La stessa cosa si può dire degli attacchi di panico, che rappresentano dei sintomi transitori, che connotano un momento di crisi nella storia di una nevrosi. Freud basa la sua interpretazione dell’angoscia sulla differenza tra una soddisfazione attesa dall’atto sessuale e una soddisfazione ottenuta effettivamente. L’angoscia deriva da quel residuo che ci può essere in questa differenza; il piacere psichico che era stato sollecitato non trova sfogo e si trasforma in angoscia. Freud precisa che questa differenza comporta anche un’altra differenza, tra lo psichico e il somatico. L’angoscia non è un fenomeno psichico, non dipende da uno spavento. L’angoscia non dipende nemmeno da un esaurimento, da un sovraffaticamento psichico. Freud ci tiene a dire che ha una casistica di “oltre duecento casi” [5], proprio per dare consistenza a una teoria che deve riguardare il corpo, il somatico. Troviamo persino un interrogativo da parte di Freud sulla sessualità femminile, si chiede quale sarebbe nel corpo la sede dell’orgasmo e dice che è un mistero: “Anche nella donna si deve presumere la presenza di un eccitamento sessuale somatico e di uno stadio nel quale questo eccitamento diviene stimolo psichico, libido, provocando l’impulso verso l’azione specifica, alla quale è collegata la sensazione di voluttà. Non siamo però in grado di precisare quale sia, nella donna, il fenomeno corrispondente alla distensione delle vescichette seminali.” [6] Si rimane sempre storditi dalla lungimiranza teorica di Freud che sembra alludere al carattere insituabile del godimento nella donna.
Gli attacchi di panico sono una versione moderna della nevrosi d’angoscia e una delle modalità – ma non l’unica – in cui si manifestano è quando, come dicevano a Parigi, il sintomo nevrotico è “en perte de vitesse“, perde velocità, perde quota. Si vede bene come il rifiuto del corpo, – che è un rifiuto del corpo in quanto sessuato – nell’isterica possa proteggere dall’angoscia. In un caso presentato da Agnes Aflalo una paziente, quando era ragazzina, si depilava perché trovava che i peli pubici fossero disgustosi, in seguito, da ragazza, aveva deciso di perdere la verginità operando su sé stessa manualmente – non voleva che la perdita della verginità fosse “merito” di un uomo. Il commento di Aflalo è che lei “rifiuta che il fallo le attribuisca un corpo. […] Come Eric Laurent ha sostenuto, “attribuire” è per un verso tracciare un cerchio – tra essere e avere – e per un altro verso significa dare, attribuire.” [7] In seguito la paziente sarà frigida, e “si sottrae in tutti i modi a questo desiderio perché il godimento dell’uomo non fa esistere l’Altro: è frammentazione del godimento nel suo corpo […] La lettera di godimento è soltanto un littorale del corpo, e non si lascia riassorbire nel significante padrone.” [8] Dal momento che una donna perde una certa protezione che le assicura il sintomo, ad esempio la frigidità, compare l’angoscia che testimonia di un rapporto con l’oggetto piccolo a, in quanto il fallo è anche un oggetto piccolo a.
La nevrosi d’angoscia, volendo spiegare in termini lacaniani quanto avanzato da Freud, riguarda la differenza tra desiderio e godimento, la loro disgiunzione, e la possibilità o meno di un’intersezione. In una donna appare “il legame a un godimento tanto singolare quanto contingente, senz’altro valore che sé stesso.” [9] Il godimento del corpo è nel corpo e vi è una disgiunzione tra desiderio, simbolico, e godimento, reale, “il significante fallico consente di crederci e di oggettivare il godimento sessuale come localizzabile nell’Altro.” [10]
[1] J.-A. Miller, Semblants et sinthomes, La Cause reudienne 69, 2008, pag. 131.
[2] J-A. Miller, Nuevas Inquisiciones clinicas (1998), in Seminarios en Caracas y Bogotà, Paidos, 2015, pag. 480.
[3] S. Freud, La sessualità nell’etiologia delle nevrosi, Opere, Vo. 2, Bollati Borinhieri, Torino, 1968, pag. 404.
[4] Ibidem pag. 411.
[5] Ibidem pag. 406.
[6] S. Freud, Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” (1894), Opere Vol. 2 cit. pag.179.
[7] Gioco di parole tra décerner, attribuire, e cerner, circoscrivere, tracciare un cerchio. A. Aflalo, Mots de mère, corps de fille; sur le refus du corps. La Cause freudienne 45, 2000, pag. 101.
[8] Ibidem pag. 103-104.
[9] M-H. Brousse, L’objet caché des femmes, La cause du désir 94, 2016, pag. 52.
[10] Ibidem pag. 53.