Paul B. Preciado e la teoria queer
Luisella Mambrini – (Membro SLP/AMP) 


Ha fatto  molto scalpore la presenza di Preciado  alle  49 giornate dell’Ecole, qualcuno che, come ha scritto A.C. Gonzales[1], “si erige lui stesso come paradigma del non binario, capace di contestare col suo solo corpo il sistema patriarcale”

Nato nella Spagna franchista, i suoi testi raccontano il  trauma dell’incontro con le norme imperanti sulla  identità sessuale. Donna all’anagrafe fino a 39 anni, comincia ad assumere testosterone di sua iniziativa, diventa allo stato civile uomo qualche anno fa. Preciado dichiara che è stata una necessità dichiararsi transessuale per non essere etichettato come psicotico ma dal canto suo si ritiene un transfuga del genere, un dissidente del regime della differenza sessuale[2]. Ritiene il suo  processo di transizione come reversibile,  si definisce  in transito e  vuole restare tale.

Una politica dell’immaginario
Se per la teoria queer la  ripetizione di norme egemoniche che  producono il sesso è destinata a produrre varchi che la sovvertono,  in Preciado c’ è,  almeno in apparenza, il tentativo di   andare al di là di tale  approccio performativo. Preciado sembra cioè interrogarsi   sul godimento  o quanto meno è attraverso la via del godimento che intende contrastare quella che è per lui  la presa della tecnopolitica sul corpo.

Per Preciado si tratta di intervenire intenzionalmente sul  processo di produzione della identità sessuali, attraverso  l’autointossicazione volontaria, attraverso sostanze chimiche che  provocano una modificazione del corpo e delle coscienze.

Ritiene che sia per questa via che si raggiunga la rottura del binarismo, si apra la strada al genere neutro e cioè; “una nuova piattaforma sessuale e affettiva, né maschile né femminile, che permetta la trasformazione della specie”[3].

La scienza sembra dunque  rivestire  uno statuto ambiguo; appare  come la istanza che concorre ad asservire il soggetto, le sue identità e allo stesso tempo l’istanza da cui attendere la liberazione attraverso i suoi prodotti.    Se si guarda alla  pornografia Preciado sembra riproporre la stessa ambiguità, da una parte la pornografia è considerata rappresentare uno dei motori occulti del capitalismo nel 21 secolo, dall’altro, sostiene, la  pornografia “ dice la verità della sessualità”[4] perché rivela che la sessualità è sempre performance, ripetizione regolata, messa in scena.

Ma la pornografia è piuttosto, come ci insegna Miller, sì  sintomo dell’impero della tecnica ma  la messa in scena è piuttosto  quella di“ di una furia copulatoria che fa pensare ad uno zero di senso”[5]  e se è portatrice di una verità è piuttosto quella della non esistenza del rapporto sessuale.

Attraverso l’approccio alla pornografia si palesa come il performativo rimanga   al cuore  di questa sorta di politica del reale che alla fine si rivela del tutto fittizia, rimane  piuttosto politica dell’immaginario;  il godimento declinato soprattutto come piacere  rimane intrappolato nella pratica sessuale, nell’immaginario del fantasma come è per la teoria queer, lontano dal reale.

Il binarismo
Preciado ritiene  che il regime della differenza sessuale   sia la condizione interna ed immanente di tutta la teoria psicoanalitica  della sessualità e che su questo regime  si regga in un colpo solo il sistema patriarcale, eteronormativo e coloniale, che su di esso si è costruita tutta una funzione politica  a denominazione maschile che ha promulgato norme sessuali e di genere di comodo.

Sostiene che Lacan cerca di denaturalizzare la differenza sessuale ma finisce per produrre un metasistema più rigido delle nozioni moderne del sesso e della differenza anatomica[6]. Non argomenta  come.

Ora con Lacan vediamo come l’inconscio regola  i rapporti tra i sessi a partire  dal Significante fallo nella  dualità Uomo e  Donna , dualità che è quella esistente nel linguaggio dal momento che la differenza è uno dei fondamenti dell’ordine del linguaggio,  è presente in ogni struttura di linguaggio  ma  Uomo e Donna  sono solo significanti senza determinazione[7], ciascuno di loro  non si può intendere che per differenziazione rispetto all’altro.

Il fallo fa intervenire  nella relazione tra i sessi un apparire che  proietta  la relazione nella dimensione della commedia. Nella mascherata ciascuno interpreta a suo modo  la perdita che chiamiamo castrazione, si apre così un ventaglio di  forme  sessuali diversificate  che  riflettono la contingenza della significantizzazione del fallo per un soggetto. Una molteplicità di posizioni   difficilmente districabili, intrecciate   che non sono da ricondurre  ad una condizione primordiale polimorfa[8]  ma sono piuttosto la conseguenza di un  binarismo di sembiante.

Il fallo diventato poi in un secondo tempo funzione fallica nelle  formule della sessuazione qualifica il soggetto nel suo rapporto al godimento.  La sessuazione implica una scelta tra due tipi di godimento che non sono tra loro complementari per cui non ne deriva una ripartizione univoca di Uomo  e Donna da una parte  e dall’altra . Lacan arriva ad introdurre col pas tout una differenza senza alcun Altro al quale opporla,  il  godimento femminile diventa cioè paradigma del godimento del corpo in quanto tale.

Dunque l’ apparato  della  differenza sessuale non è operativo come pretenderebbe Preciado né rispetto al Significante  fallo né alla ripresa del Significante fallo come funzione fallica. L ’obiettivo di uscire dal binarismo  attraverso il non binario e cioè la piattaforma identitaria neutra che propone Preciado non sembra facile da perseguire, come sostiene Bassols, non è forse anch’essa costruita sulla differenza dal binario?[9].

E l’ interrogativo che Lacan lancia;  “In che modo sapere se […] il  Padre stesso, il padre Eterno di tutti noi,  non sia soltanto  un Nome tra  altri della Dea  Bianca ?”[10] dove il Padre retrocede logicamente  rispetto al femminile, sembra rappresentare  l’autentico smantellamento del sistema patriarcale eteronormativo denunciato da Preciado.

[1] A. C. Gonzales, Qu’est-ce qui (s’) applaudit?, Lacan Quotidien n. 864.
[2] P. B. Preciado, Un appartement sur Uranus, Grasset Saint-Amand-Montrond 2020, p. 326
[3] P. B. Preciado, Testo junkie, Grasset  Domont 2020, p.129.
[4] Ibidem, p. 218
[5] J.-A. Miller, “Presentazione del tema del X congresso dell’AMP”, in Scilicet Il corpo parlante, Alpes Roma 2016, p. XXV.
[6] P. B. Preciado Je suis un monstre qui vous parle, Grasset Domont  2020, p. 92.
[7] A. D. Ciaccia, Il reale del sesso, Overture Il reale del sesso, in rete.
[8] A. Zenoni , Destin de l’anatomie in Lacan Quotidien n.906.
[9] M. Bassols, La differerence des sexes n’existe pas, in Lacan Quotidien n. 905.
[10] J. Lacan, Prefazione al Risveglio di primavera, Altri Scritti, Einaudi Torino 2013, p. 555.