Reale del sesso e reale dell’amore
Roberto Pozzetti (membro SLP e AMP)
Il titolo del convegno, Il reale del sesso, lo associo a un altro titolo: Il reale dell’amore. Si tratta del nome assegnato alla sezione più corposa della rivista Ornicar? pubblicata nel novembre 2018.
Dopo una decina di anni di pausa, viene dato alle stampe un nuovo numero di Ornicar? dedicato al Dark continent. In questa sede, risulta superfluo precisare che si tratta di una citazione di un’espressione freudiana, a proposito della “vita sessuale della donna adulta”[1].
Dark continent si apre con un breve editoriale di Clotilde Leguil, la cui tesi è chiara: l’esperienza psicoanalitica, a prescindere dal sesso anatomico dell’analizzante, permette un “accesso al reale della femminilità”[2]. Accedere in qualche modo al reale implica un incontro con la questione donna: in effetti, “il godimento femminile è il godimento in quanto tale”[3]. Il volume prosegue appunto con la sezione su Il reale dell’amore, composta di due contributi a firma delle colleghe Sophie Marret-Maleval e Silvia Elena Tendlarz. Reale del sesso e reale dell’amore si colgono dal lato della femminilità. Il reale esiste al di là di qualsiasi simbolizzazione, come sostanzialmente indicibile, come registro misterioso, persino mistico dato che “ciò che non è dicibile è precisamente ciò che è mistico”[4].
“Al cuore dell’ultimo insegnamento di Lacan, la tensione tra due enunciati” – ecco la riga iniziale del testo di Sophie Marret-Maleval[5], quanto al reale come impossibile.
Il primo, noto, enunciato lambisce il reale del sesso: “Non c’è rapporto sessuale”. Lacan ne formula il concetto in diversi momenti e modi, nella seconda metà degli anni Sessanta, per esempio affermando che “non c’è rapporto sessuale. C’è un punto in cui ciò si impone, nell’analisi, ed è questo: la Donna non si sa che cosa sia”[6]. Un altro esempio di questo concetto in Lacan: “il rapporto sessuale non può iscriversi in alcun modo nel linguaggio”[7]. Su questo argomento, Freud ci sembra lacaniano in quanto “l’Edipo si dimostra, in una certa maniera, come un primo approccio dell’impossibile del rapporto sessuale, collocando al suo centro il godimento interdetto, la castrazione”[8]. Dunque, reale del sesso nei due versanti -già citati da altri in questo dibattito- di godimento del sesso e di impossibile determinato dal rapporto sessuale, dal rapporto sessuale che non c’è, il cui prototipo è l’Edipo.
Il secondo enunciato tocca il reale, dal lato della supplenza d’amore. Sostiene Lacan: “Ciò che supplisce al rapporto sessuale è precisamente l’amore”[9]. Il reale dell’amore non coincide con l’amore del reale né con l’amore per il reale di cui hanno parlato Virginio Baio e Hugo Freda. Cruciale nel reale dell’amore è la funzione della lettera sia sul lato epistolare come missiva d’amore sia, soprattutto, su quello dello statuto della “lettera matematica, fuori senso, che mira a un reale”[10]. Le formule della sessuazione dimostrano la funzione della lettera nell’accezione del matema, quando queste formule trattano del sesso e del reale dell’amore. L’amore nell’accezione di un seminario come Ancora, il reale dell’amore in quanto supplenza, costituisce in effetti una prima scrittura di ciò che diverrà il sinthomo ininterpretabile che si affaccia oltre il simbolico nel seminario XXIII. Le parole dedicate all’amore dal Lacan di quegli anni oltrepassano la versione dell’amore narcisistico di stampo freudiano; si distinguono da un idealismo e scommettono anzi su “un legame reso possibile dall’analisi, quando alleggerisce gli ideali”[11].
Prospettiva immaginaria e simbolica dell’amore, rintracciabili in Lacan fino all’inizio degli anni Sessanta, hanno comunque a che fare con un “c’è rapporto”[12]; il reale dell’amore si staglia nella successiva teorizzazione focalizzata sul “non c’è rapporto sessuale” e sul giungere a supplirvi. Nella sessualità femminile, il godimento concerne la faglia del campo del linguaggio, una mancanza irriducibile al significante. “E’ l’eccezione di un godimento mischiato con l’amore, un misto di amore e di godimento che opera nella sessualità femminile”[13]. Il reale dell’amore come supplenza al non-rapporto sessuale va situato sul lato della categoria del contingente, ovvero di “ciò che cessa di non scriversi. Perché qui non c’è altro che incontro, l’incontro nel partner dei sintomi, degli affetti, di tutto ciò che in ciascuno indica la traccia del suo esilio dal rapporto sessuale”[14]. Il reale dell’amore si colloca dal lato di una soddisfazione. Il reale dell’amore è un amare “i segni che mostrano come si è iscritto l’evento di corpo nel partner”[15].
[1] S. Freud, Il problema dell’analisi condotta da non medici, Opere, volume 10, Bollati Boringhieri, Torino, p. 379.
[2] C. Leguil, Lacan, messager de la féminité, Ornicar?, n. 52, Navarin, Parigi, 2018, p. 6.
[3] J. A. Miller – A. Di Ciaccia, L’Uno-tutto-solo, Astrolabio, Roma, 2018, p. 68.
[4] J. Lacan, Il seminario. Libro XVIII, D’un discorso che non sarebbe del sembiante, Einaudi, Torino, 2010, p. 21.
[5] S. Marret – Maleval, Un impossible accord, Ornicar? n. 52, Navarin, Parigi, 2018, p. 11.
[6] J. Lacan, Il seminario. Libro XVI. Da un Altro all’altro, Einaudi, Torino, 2019, p. 222.
[7] J. Lacan, Il seminario. Libro XVIII, D’un discorso che non sarebbe del sembiante, Einaudi, Torino, 2010, p. 121.
[8] S. Marret – Maleval, Un impossible accord, Ornicar? n. 52, Navarin, Parigi, 2018, p. 16.
[9] J. Lacan, Il seminario. Libro XX. Ancora, Einaudi, Torino, p. 43.
[10] S. Marret – Maleval, Un impossible accord, Ornicar? n. 52, Navarin, Parigi, 2018, p. 26.
[11] S. Marret – Maleval, Un impossible accord, Ornicar? n. 52, Navarin, Parigi, 2018, p. 12.
[12] J. A. Miller, La fuite du sens, 7 febbraio 1996, tuttora inedito.
[13] S. E. Tendlarz, Le miracle de l’amour et sa jouissance, Ornicar?, n. 52, Navarin, Parigi, 2018, p. 42.
[14] J. Lacan, Il seminario. Libro XX. Ancora, Einaudi, Torino, 2011, p. 139.
[15] S. E. Tendlarz, Le miracle de l’amour et sa jouissance, Ornicar?, n. 52, Navarin, Parigi, 2018, p. 43.