La bibliografia online
Jacques-Alain Miller
Sulla cura psicoanalitica delle nevrosi e delle psicosi, in La Psicoanalisi, n. 6, Astrolabio, Roma, 1989
« […] nella nevrosi il rimosso ritorna velato nelle formazioni dell’inconscio (sogni, lapsus, ecc), nella psicosi il precluso ritorna nel reale sotto forma di allucinazione, e l’Es si mostra a cielo aperto. 146Che cos’è il reale? Lacan ha isolato un godimento non simbolizzabile, indicibile, che presenta delle affinità con l’infinito, che non è stato frantumato dalla macchina no-sì. » p. 71
Della natura dei sembianti, lezione del 25 mar 1992
« Spostare l’oggetto a dal reale all’essere è mettere in valore le sue affinità con il sembiante . »
« L’opposizione del sembiante e del reale è lo spirito stesso della psicoanalisi che costituisce un ritorno verso il reale del sesso”. […] È in questo senso che abbordiamo la categoria di sembiante, con una clinica del sinthomo in cui il sembiante messo in funzione sarà l’oggetto piccolo a. »
Commento a Funzione e campo della parola e del linguaggio in psicoanalisi (1996), Attualità Lacaniana, n. 27, Rosenberg&Sellier, Torino, 2020
« La mutazione che tocca la psicoanalisi può essere riassunta per via di due tratti precisi. In primo luogo, che il campo centrale della psicoanalisi sono le funzioni della parola e che, dopo la scomparsa di Freud, gli analisti hanno dimenticato la centralità di tali funzioni. In secondo luogo, che termini come inconscio e sessualità tendono a scomparire dal discorso analitico. La nuova alleanza promessa da Lacan consiste nel restituire il suo valore centrale alla funzione della parola e a quella dell’inconscio e nel rammentare il carattere sessuale del desiderio. » p. 24
L’esperienza del reale nella cura analitica (1998), in La Psicoanalisi n. 27, Astrolabio, Roma 2000
« Che vuol dire, in Freud stesso, questo primato del genitale di cui Lacan ne ha evidenziato il nocciolo nel primato del fallo? In Freud stesso questo indica – infine, con i termini di Lacan – che c’è una faglia del sapere nel reale. Vale a dire che: il sapere nel reale non programma l’accesso all’Altro sesso. […] il sapere che c’è nel reale non conduce, non permette, non facilita, non apre l’accesso all’Altro sesso. » p. 162-164, lezione del 25 novembre 1998.
« […] la sessualità fa buco nel reale. Vale a dire che – io lo traduco così – riguardo all’accesso all’Altro sesso non c’è un programma iscritto nel reale. La proposizione secondo cui la sessualità fa buco nel reale , radicalizza quello che Lacan sostiene a partire dal periodo di latenza. È l’inizio delle proposizioni universali come per esempio: nella sessualità, se si fallisce, è per ciascuno; o ancora, nessuno se la cava bene. Cioè una proposizione universale del fallimento, un universale del fallimento. Ciò che presenta nel corso del suo insegnamento come un certo numero di osservazioni di buon senso o di osservazioni empiriche, viene finalmente coniato da una formula che ne fa un universale negativo: non c’è rapporto sessuale. Ciò che in fondo designa, prende di mira il reale dove non c’è sapere. Vale a dire un reale che, in qualche modo, sfugge alla significantizzazione, un reale che sfugge all’Aufhebung significante e che, precisamente, l’Aufhebung fallica lascia di lato. » p. 163
« Ciò che si tratta di esplorare quest’anno, con degli strumenti che, bisogna dire, ci lasciano un po’ a corto a corto di fiato, è il fatto che la proposizione “l’Altro non esiste”, che ho già commentato con Eric Laurent, implica – ma è anche troppo dirlo – è bilanciata dalla proposizione “c’è il reale”. È del reale e della difesa contro il reale che si tratta nella psicoanalisi. Lacan ha indicato molto chiaramente la scelta che si offre al soggetto se l’Altro non esiste e se c’è il reale. Ha prospettato nei seguenti termini le due posizioni fondamentali che è possibile prendere nei confronti del reale e cioè: o la follia o la debilità mentale. » p. 166, lezione del 25 novembre 1998.
Biologia Lacaniana, in La Psicoanalisi, n. 28. Roma. Astrolabio. 2000
« La pulsione sessuale in quanto riproduttiva fallisce nel subordinare alla propria finalità di riproduzioni le pulsioni parziali legate alle diverse zone del corpo. » p. 12
«Mi interesso alla vita unicamente nella sua connessione con il godimento, e in quanto esso potrebbe essere ciò che merita la qualifica di reale.» p. 30.
L’osso di una analisi, Franco Angeli, Milano, 2001
Evidentemente l’inclusione tra gli uomini o le donne è, per la psicoanalisi – se seguiamo Lacan-, una questione di elezione, ammesso che non segua necessariamente il sesso biologico. Queste strutture significanti del corpo determinano il partner-sintomo come mezzo del godimento. E arriverei a dire che la struttura dell’Ogni x determina necessariamente il partner- sintomo dell’uomo a partire dalla a minuscola, mentre la struttura significante del Non-Tutto determina il partner -sintomo dal lato femminile come grande Altro barrato.
Ax pSintomo (a)
Ax pSintomo A/
p.53
Introduzione all’erotica del tempo, La Psicoanalisi n. 37, Astrolabio Roma 2004
« C’è dunque una mira di atemporalità dell’amore, mentre l’esperienza, e in particolare l’esperienza analitica, insegna il carattere intermittente del desiderio sessuale. » p. 27.
«Quello di cui si tratta nell’atto, e in particolare nell’atto analitico in quanto differente dall’azione che è sempre nel cerchio del possibile, è che esso si innalza su uno sfondo di impossibile. L’impossibile non è tranquillo, l’impossibile non ci lascia in pace. L’impossibile è invece quanto c’è di più reale. “Ma quel tipo li è impossibile!”»: è proprio qui che si tocca il reale. p. 40.
La crise financière vue par J.-A. Miller, intervista in Marianne, 10 octobre 2008, disponibile qui
“C’è crisi, nel senso psicoanalitico, quando il discorso, le parole, le cifre, i riti, la routine, tutto l’apparato simbolico
improvvisamente si mostra impotente a temperare un reale che fa di testa propria”
« L’inconscio reale “, (2010) La Psicoanalisi nº 50, op.cit.
« Fatto clinico maggiore è l’apertura beante tra l’immaginario e il reale […]. Quello di cui si tratta nel senso dell’ultimo Lacan, per cogliere quello che ha luogo nella psicoanalisi, per cogliere quello che chiama la stoffa di una psicoanalisi, è di sormontare la faglia dell’immaginario e del reale » p.200.
Cose di finezza in psicoanalisi, lezioni nov. 2008, in La Psicoanalisi n. 58. Roma. Astrolabio. 2015
«Lacan considerava così l’esperienza analitica, come un avvicinamento al proprio in-sé da parte del soggetto e aveva la speranza che potesse permettere all’uomo di raggiungere il proprio in-sé, di delucidare il plusgodere in cui risiede la sua sostanza. Ma considerava anche che la faglia che rende l’uomo malato fosse per sempre l’assenza del rapporto sessuale, che questa malattia fosse irrimediabile, che niente avrebbe potuto colmare ne guarire la distanza tra un sesso e l’altro, che ognuno in quanto sessuato si trova isolato rispetto a quello che da sempre si è voluto considerare come il suo complemento. L’assenza di rapporto sessuale invalida ogni nozione di salute mentale e ogni nazione di terapeutica in quanto ritorno alla salute mentale. Contrariamente a quello che l’ottimismo governativo professa non c’è salute mentale.
In effetti alla salute mentale e alla terapeutica considerata come ciò che riconduce a essa si oppone l’erotica. L’erotica è l’apparato del desiderio che è singolare per ciascuno e che fa obiezione alla salute mentale. » p.152
L’inconscio e il corpo parlante – Presentazione del tema del X Congresso dell’AMP, in Scilicet – Aggiornamento sul reale, nel XXI secolo, Alpes, Roma, 2015
« Che cos’è il porno se non un fantasma filmato con una varietà atta a soddisfare gli appetiti perversi nella loro diversità? Non c’è niente che mostri meglio l’assenza del rapporto sessuale nel reale di questa profusione immaginaria di corpi che si dedicano a darsi e a prendersi. » p. 272
« Non tutto è sembiante c’è il reale.
Il reale del legame sociale è l’ inesistenza del rapporto sessuale. Il reale dell’inconscio è il corpo parlante » p. 277
Il rovescio di Lacan, lezione del 17 gennaio 2017, La Psicoanalisi, n. 61, Astrolabio, Roma, 2017
« Non si passa impunemente al rovescio dell’insegnamento di Lacan: le fondamenta tremano, possiamo entrare nel panico. Cosa rimane, dunque, se non quel che chiameremo, con Lacan dei “pezzi di reale”?
Avanziamo in questo passaggio al rovescio del suo insegnamento partendo da ciò che non è molto più che pezzi di reale. Quest’ultimo Lacan non si presta troppo all’interpretazione. Anche se lo si decifra, rimangono molte difficoltà a fare senso » . P. 14
Una fantasia (2004), in La Psicoanalisi, n. 38, Astrolabio, Roma, 2005
“ Si tratta, non di ricusare tale sapere, ma di ammettere che vi è del sapere nel reale e, al contempo, di porre che in tale sapere vi è un buco, che la sessualità fa buco in questo sapere “. p.19
« La dittatura del plus- godere devasta la natura, fa scoppiare il matrimonio, disperde la famiglia e rimaneggia i corpi » p. 27
« Il più-di-godere comanda un “fallisce” e, più precisamente, un “fallisce” nell’ordine sessuale. Nulla impedisce di considerare che questo $ scriva il “non c’è rapporto sessuale”, tanto più che la lettera iniziale, S, è la stessa di quella del sesso. […]
I sintomi sono sintomi del non-rapporto sessuale. Il che significa: senza dubbio, essi sono articolati in significanti, ma questo è secondario. Non sono essenzialmente dei messaggi. Sono articolati in significanti ma questa è la chiacchiera dei sintomi. I sintomi sono innanzitutto dei segni del non-rapporto sessuale, eventualmente dei segni d’interpunzione. Lacan parlava dei sintomi come di punti interrogativi nel non-rapporto sessuale […] Quindi, i sintomi sono dei segni. È un altro approccio, rispetto a quello che li vede come dei messaggi. » p. 20
« I sintomi sono sintomi-godimento, per così dire, esprimono che il godimento non è al posto in cui si pensava dovesse essere, vale a dire nel rapporto sessuale. Di cui Freud dà la scimmiottatura sotto specie della monogamia. Non è mai il buon godimento, quello che dovrebbe essere. » p. 33
Una ripartizione sessuale, in La psicoanalisi, n. 41, Astrolabio, Roma 2007
« […] La bestia umana di Zola dove si vede il conduttore della locomotiva che incarna la virilità moderna, cioè una potenza impressionante ma fondamentalmente abitudinaria – dal momento che la gloria della Compagnia delle Ferrovie è data dall’arrivare in orario nel luogo previsto – spiazzato, reso inquieto dalla passione sessuale che un essere dell’Altro sesso gli ispira. » p.246
Il reale nel XXI secolo, Presentazione tema IX Congresso dell’AMP, Un reale per il XXI secolo, Scilicet, Alpes, Roma, 2014
« Il reale senza legge sembra impensabile, è un’idea limite. In primo luogo, vuol dire che il reale è senza legge naturale. » p. XVIII
« Non avere senso è un criterio del reale in quanto è solo quando uno è arrivato al fuori senso che può pensare di essere uscito dalle finzioni prodotte dal voler-dire. “Il reale sprovvisto di senso” equivale a il reale non risponde a nessun voler-dire. Il senso gli sfugge. C’è donazione di senso attraverso un’elucubrazione fantasmatica » p. XIX.
«Rispetto all’importanza delle leggi della natura, si capisce la risonanza tremenda che dovrebbe avere l’aforisma di Lacan “il reale è senza legge”. Questa è la formula che testimonia la rottura totale tra natura e reale. È una formula che taglia decisamente la connessione tra loro. Essa attacca l’inclusione del sapere nel reale, fino al punto di chiedersi se questo non fosse il suo sintomo, se questo non fosse la pietra angolare che gli permetteva di mantenere la coerenza del suo insegnamento. Il reale senza legge sembra impossibile, è un’idea limite. In primo luogo, vuol dire che il reale è senza legge naturale. Tutto ciò che era l’ordine immutabile della riproduzione ora è in movimento, in trasformazione: per esempio tutte le prospettive di migliorare la biologia della specie che appaiono ora, nel secolo XXI sia a livello della sessualità che della costituzione dell’essere vivente umano. […] Dirò che il capitalismo e la scienza si sono combinati per fare sparire la natura e ciò che rimane dalla scomparsa della natura è quello che chiamiamo il reale, cioè un resto, per struttura disordinato.» pp. XXII-XIII.
«Il reale inventato da Lacan non è il reale della scienza, ma è un reale affidato al caso e alla contingenza, in quanto manca la legge naturale del rapporto tra i sessi. È un buco nel sapere incluso nel reale.» p. XXIV.
Che cos’è il reale? in L’Uno tutto solo. Roma. Astrolabio, 2018.
Cap. I.
Eresia e ortodossia, Politica lacaniana, Rosenberg & Sellier, Torino, 2018
« Lo sappiamo, il mondo in cui viviamo e vivremo, sarà animato dalla frenesia della scelta, che si estende ora fino alla scelta del sesso. Riconosciamo qui la dinamica del mondo contemporaneo. Dobbiamo aderirvi? In ogni caso questo non può avvenire senza che ci chiediamo se il regno della scelta non sarà peggio del regno del padre, peggio del senso comune dell’ortodossia. Lacan si è posto la questione – questo significa il titolo misterioso del suo Seminario …Ou pire. Padre …o peggio. » p.
Le temps de l’événement, La Cause du Desir, n. 100, 2019
« Il n’y a aucune commune mesure sur le plan de l’absolue altérité de l’un par rapport à l’autre. » p. 27.
J.-A. Miller, Il corpo rubato. A proposito del rapimento, in La cause du Désir n. 103/2019
« L’immaginario ha valore di reale in questo caso. Se l’immaginario avesse avuto per Lol un valore immaginario cosa avremmo visto? La delusione, ben nota – Lei mi ha scippato il mio uomo – non so – Vado a scippargli il suo; lei non prova delusione. Nemmeno la gelosia, la rivalità – Se è così, io smetterò di essere una borghese e diventerò una ragazza di strada – infine, di tante cose… o – Io diventerò una ruffiana. Si tratta di tutt’altro, siamo nella dimensione del furto d’essere. Noi non osserviamo vacillamenti immaginari a-a’, perchè l’oggetto immaginario ha valore di reale per Lol. » p. 33
« Io non so ciò che sono nel desiderio dell’Altro, io non so quale sia il mio i(a), qual è la mia immagine per l’Altro. La è il fenomeno che Lacan segnala nel suo testo su Duras – la macchia mi guarda senza guardarmi. Essa mi guarda come punto luminoso, nemmeno il mio i(a), la mia immagine per essa resta non situabile per me. » p. 35
I traumani, Presentazione del tema del X Congresso dell’AMP, 2020, disponibile qui
« È per questo che Lacan può formulare non c’è rapporto sessuale, che l’insieme di ciò che potrebbe essere rapporto sessuale è un insieme vuoto, e allo stesso tempo che c’è rapporto sessuale tra genitori e figli, o che c’è rapporto sessuale tra tre generazioni, tra coloro da cui avete imparato la lingua, o meglio coloro che vi hanno insegnato la lingua e il super-io che essa ha veicolato, cioè il deposito di cultura, il brodo di cultura che vi hanno fatto bere. Da un lato non c’è rapporto sessuale, ma dall’altro c’è tuttavia l’Edipo, un oggetto, la madre, con la quale c’è rapporto sessuale, benché qualcuno o qualcosa vi faccia pur sempre ostacolo.
Se non c’è un risveglio vuol dire che non se ne esce. È precisamente ciò che si presta alla risata, è qui che Lacan mette un nuovo accento, la vita è comica. Ah! Aveva già detto che la commedia trionfa sulla tragedia. L’aveva detto in nome del fallo, in nome del valore sessuale sempre nascosto, anche in fondo al dolore, all’impasse, nella faglia del rapporto con l’Altro. La commedia riguarda il vano girare in tondo. Il sinthomo stesso riceve la stessa valenza, di essere l’inconscio in quanto non se ne esce. » p. 1