Stupro
Barbara Aramini (partecipante alle attività SLP)
Come può un uomo violentare una donna? In realtà, se si va indietro al codice Rocco, anni ‘20, troviamo che la legge ha sancito il matrimonio riparatore e il delitto d’onore fino al 5 settembre 1981.
Nel seminario Ancora, leggiamo che il godimento […] non è un segno dell’amore[2].
Se godere non dice nulla dell’amore, cosa dice lo stupro? Dice dell’odio.
J.-A. Miller scrive :
Nello stadio dello specchio c’è simmetria tra l’amore e l’odio; esiste, però, un’altra prospettiva secondo cui l’odio è più vero dell’amore poiché l’amore inganna circa la naturalezza dell’oggetto coperto dall’immagine; l’odio, dunque, nella sua ricerca dell’essere, lascia da parte le apparenze. Alla fine del suo insegnamento Lacan dirà che l’odio può essere una passione lucida[3].
Freud presenta l’odio non solo come un possibile destino della pulsione, ma come qualcosa di costituente per il soggetto. La violenza risiede nell’impossibilità per il soggetto, di liberarsi, sputare, rigettare l’eccesso pulsionale ingovernabile: la pulsione di morte. L’odio è una passione identitaria-immunitaria che rigetta la differenza dell’Altro.
Su questo Lacan compie una torsione importante: l’oggetto investito di odio appartiene all’essere del soggetto stesso. È rivolto alla sua vita, alla sua essenza, è una pulsione ingovernabile, acefala, ignorante. L’odio mira al rifiuto della differenza dell’Altro, ma la causa è altrove: il rifiuto nasce da un’originaria avversione del soggetto per il corpo pulsionale ingovernabile ed eccedente che lo abita. L’odio come rifiuto dell’Altro, della sua differenza, è innanzitutto rifiuto dello Stesso; punta alla mancanza-a-essere che siamo.
La crisi del patriarcato, con l’annullamento dei confini delle differenze di genere, ha amplificato la chiusura verso l’altro. La donna rappresenta l’Altro il cui godimento è inaccettabile e verso il quale si rivolgono violenza e odio. La si umilia, picchia, stupra, uccide per eliminare una diversità esterna, insopportabile.
L’odio cerca di eliminare l’alterità in un’esistenza che non offre nessuna garanzia di pienezza, ma solo la certezza della castrazione per tutti. Se non si accetta la propria intima alterità, si punterà all’espunzione dell’alterità esterna; al rifiuto del godimento dell’Altro.
La psicoanalisi pone una divisione tra genitalità e sessualità: non c’è un programma universale prestabilito a cui l’uomo possa affidarsi. La femminilità, come la mascolinità, per organizzarsi non si pone sotto l’egida esclusiva dell’anatomia. Il soggetto, preso dal e nel linguaggio, non ha a sua disposizione uno schema prefissato con il quale può posizionarsi nella propria sessualità. La sessuazione è una scelta inconscia: attraverso identificazioni e godimenti si arriva a scegliere inconsciamente di situarsi dal lato maschile o femminile.
Il soggetto ha a che fare con una sessualità di cui non sa niente e nulla e nessuno può spiegargliela. È il significante fallico che gli permette di orientarsi con quella sessualità oscura. Dal lato dell’uomo la modalità di godimento segue la logica fallica: del tutto, dell’universale; dal lato del godimento maschile c’è la parvenza di avere il fallo. Questa illusione non è senza effetti: il modo di godere, per il soggetto dal lato maschile, è regolato dalla logica del ‘o tutto o niente’ che ricalca l’alternanza tumescenza-detumescenza dell’organo maschile erroneamente identificato con il fallo. Lacan, nel seminario Ancora, parla di godimento dell’idiota.
Dal lato della ‘donna’ invece, una logica di godimento specifica che affianca quella fallica. La conclusione a cui giunge Freud – la donna è colei che arriva a superare l’invidia del pene e assume la castrazione – non la differenzia dall’uomo. Anche dalla parte maschile c’è l’assunzione della castrazione: il fallo simbolico – che manca ai maschi quanto alle femmine – non coincide con l’organo maschile.
Lacan afferma che la donna (intesa come universale) non esiste poiché a non esistere è il godimento femminile unico e universale. Le donne hanno un’esistenza singolare che non si adatta all’omologazione: esistono una per una. Ciascuna donna può accedere, se vi acconsente, a un godimento Altro che Lacan paragona all’estasi dei mistici; un godimento al di là del fallo, della castrazione e dell’Edipo.
La sopraffazione del maschile sul femminile nasce dall’odio per un godimento diverso, Altro, che rende, dice Lacan, ogni donna un po’ folle, anche se non lo è. Certi uomini – non tutti – cercano di sottomettere la donna per ridurre quell’alterità che deborda i confini del godimento fallico.
Bibliografia
Freud S., 1915, Pulsioni e loro destini, in Opere, vol. VIII, Boringhieri, Torino, 1989.
Miller J.-A., Il transfert negativo, in La Psicoanalisi, n° 27, Astrolabio, Roma.
Miller J.-A., Le cause oscure del razzismo, in Costruzioni psicoanalitiche, Fascicolo 1, Franco Angeli, Milano, 2004.
Lacan J., 1962-1963, Il seminario, libro X, L’angoscia, Einaudi, Torino, 2007.
1972-1973, Il seminario, libro XX, Ancora, Einaudi, Torino, 2011.
Televisione, in Altri scritti, Einaudi, Torino, 2013.