La bibliografia online
Sigmund Freud
Opere, Torino, Bollati Boringhieri, 1968
Studi sull’isteria (1892-1895), vol. 2
« Avevo tante volte trovato nella ragazze giovani l’angoscia come conseguenza dell’orrore che coglie l’animo virginale quando per la prima volta si affaccia al mondo della sessualità. » p. 282.
« A tale riguardo il caso di Katharina è tipico; nell’analisi di ogni isteria fondata su traumi sessuali si trova che impressioni dell’epoca presessuale, rimane senza effetto sul bambino, acquistano potenza traumatica successivamente quali ricordi, quando alla vergine o alla donna si è dischiusa l’intelligenza della vita sessuale. » p. 288.
« La coscienza, infatti, non sa in anticipo quando sorgerà una rappresentazione incompatibile; la rappresentazione incompatibile, che in seguito viene esclusa insieme con le sue connessioni, per formare un gruppo psichico separato, deve essersi trovata inizialmente in relazione con tutta l’attività mentale, perché altrimenti non si sarebbe prodotto il conflitto che ne provoca l’esclusione. Proprio questi momenti vanno quindi definiti come “traumatici”: in essi si produce la conversione i cui risultati sono la scissione della coscienza e il sintomo isterico. » p. 319.
Minuta E. Come si origina l’angoscia (1894), vol. 2
La nevrosi d’angoscia è quindi, come l’isteria, una nevrosi da ingorgo: di qui, la loro somiglianza. E poiché l’angoscia non è certamente contenuta in ciò che è accumulato, si può esprimere questo stato di cose dicendo che l’angoscia sorge da una trasformazione della tensione sessuale accumulata. P. 21
« Se si segue la teoria fino a questo punto, si deve sostenere che nelle nevrosi d’angoscia si deve costatare una deficienza di emozione sessuale, di libido psichica. E questo è confermato dall’osservazione. Le pazienti s’indignano tutte se portiamo la loro attenzione su questa connessione; al contrario, dicono di non avere alcun desiderio, e così via. I maschi spesso convengono di non aver avuto più desideri sessuali da che hanno cominciato a essere angosciati. » P. 22
Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come nevrosi d’angoscia, (1894), vol. 2
« Il punto decisivo alla base dei traumi sessuali infantili, isteria o nevrosi ossessiva, dipende dalle relazioni temporali nello sviluppo della libido. »
« L’attesa ansiosa è il sintomo centrale della nevrosi; ed essa rende evidente l’esattezza di tutta una parte della teoria. Si può dire che qui un quantum di angoscia fluttuante liberamente, che domina nell’attesa la scelta delle rappresentazioni e che è sempre pronto ad aderire a qualsiasi contenuto rappresentativo gli venga offerto » p. 156
Lettere a Fliess (1887-1904), Boringhieri, Torino, 1986
« Devi sapere che, tra l’altro, sospetto la seguente condizione inderogabile: per l’isteria, il fatto che abbia avuto luogo un’esperienza sessuale primaria (prima della pubertà) accompagnata da disgusto e da spavento, mentre per la nevrosi ossessiva il fatto che tale esperienza sia stata accompagnata dal piacere. » Lettera 8 ottobre 1895, p. 168-169.
« Ti ho già rivelato, a voce o per lettera, il grande segreto clinico? L’isteria è la conseguenza di uno spavento sessuale subìto nel periodo presessuale. La nevrosi ossessiva è la conseguenza di un piacere sessuale provato nel periodo presessuale che più tardi si tramuta in autorimprovero. » Lettera 15 ottobre 1895, p. 170.
L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi (1896), vol. 2
« Desidero sostenere, basandomi su un accurato esame dei fatti, […] che ciascuna delle grandi nevrosi citate ha per causa immediata un particolare disturbo dell’economia nervosa, e che queste modificazioni funzionali patologiche trovano la loro fonte comune nella vita sessuale dell’individuo, sia in una pratica nociva della vita sessuale attuale, sia in eventi importanti del passato. » p. 295.
« L’episodio, di cui il soggetto ha conservato il ricordo inconscio, è un’esperienza precoce di rapporti sessuali con effettiva irritazione degli organi genitali, come conseguenza di un’aggressione sessuale effettuata da un’latra persona, e inoltre il periodo nel quale tale funesto avvenimento si è svolto è quello dell’infanzia, cioè quello che va fino agli otto-dieci anni, prima che il bambino sia arrivato alla maturità sessuale. Esperienza sessuale passiva prima della pubertà: questa è dunque l’etiologia specifica dell’isteria. » p. 297.
« Vi è una sola differenza che sembra essere capitale: alla base dell’etiologia dell’isteria abbiamo trovato un episodio di passività sessuale, cioè un’esperienza subìta con indifferenza o con un po’ di risentimento o di spavento; nella nevrosi ossessiva si tratta, al contrario, di un’esperienza dalla quale si è ritratto un piacere, di un’aggressione sessuale ispirata dal desiderio (se in un bambino) o di una partecipazione con godimento ai rapporti sessuali (se in una bambina). » p. 300.
«Etiologia dell’isteria » (1896), paragrafo I, vol. 2
«Il risultato più importante al quale è possibile pervenire conducendo quest’analisi progressiva è tuttavia questo: qualunque sia il caso e qualunque sia il sintomo dal quale si è partiti, alla fine si giunge sempre, infallibilmente, nel campo dei fatti sessuali. Con ciò dunque avremmo scoperto per la prima volta una delle condizioni etiologiche dei sintomi isterici.» p. 340.
« In alcuni casi si tratta certo di fatti ai quali dobbiamo riconoscere una reale forza traumatica: il tentativo di violenza carnale che di colpo rivela alla fanciulla ancora immatura tutta la brutalità del piacere sessuale; l’involontaria vista dell’atto sessuale compiuto dai genitori, che rivela un’insospettata bruttura e insieme ferisce i sentimenti filiali e morali, eccetera. In altri casi, però, queste esperienze sono di una sorprendente irrilevanza. In una delle mie pazienti risultò che alla base della sua nevrosi vi era l’episodio di un ragazzo, suo amico, che una volta le aveva teneramente accarezzato la mano e che un’altra volta, seduti vicini a tavola, le aveva premuto il ginocchio contro il vestito, mentre il suo volto lasciava capire che si trattava di qualcosa di proibito. » p.341
« Io affermo quindi che alla base di ogni caso di isteria vi sono uno o più episodi di esperienza sessuale precoce della prima infanzia […] ed è questa scoperta che io considero importantissima, la scoperta del Caput Nili [sorgente del Nilo] nella neuropatologia » p. 344.
Tre saggi sulla teoria sessuale, (1905), vol. 4
« DISPOSIZIONE PERVERSA POLIMORFA – È istruttivo che il bambino possa, sotto l’influsso della seduzione, diventare un perverso polimorfo e possa essere avviato a tutte le possibili prevaricazioni. Ciò dimostra che egli è costituzionalmente a ciò qualificato; la realizzazione incontra poi scarse resistenze perché gli argini psichici verso le stravaganze sessuali – pudore, disgusto e morale – sono, secondo l’età del bambino, o ancora sconosciuti o appena in formazione. In ciò il bambino non si comporta diversamente dalla donna non coltivata, che di solito conserva la stessa disposizione perversa polimorfa. » pp. 499 -501
« Le trasformazioni della pubertà. Le fantasie dell’epoca puberale si riallacciano all’esplorazione sessuale infantile tralasciata nell’infanzia […] Spesso i sogni non sono altro che ravvivamenti di queste fantasie sotto l’influsso e per appoggio a uno stimolo diurno lasciato dalla vita vigile » . p. 530
Osservazioni generali sull’attacco isterico, (1908), vol. 5.
« Insomma, l’attacco isterico, così come l’isteria in genere, rinstaura nella donna una parte di attività sessuale che era esistita nell’infanzia e che rivelava allora un carattere schiettamente mascolino. Si può spesso osservare che proprio le femmine che fino agli anni precedenti la pubertà avevano mostrato un’indole e inclinazioni maschili diventano isteriche dopo la pubertà. In tutta una serie di casi la nevrosi isterica corrisponde solo a un’eccessiva
accentuazione di quel tipico sopravvenire della rimozione che, scacciando la sessualità mascolina, fa sì che si formi la donna.» p.445
Cinque conferenze sulla psicoanalisi (1909), in Opere, vol. 6
«Soltanto le esperienze infantili spiegano la sensibilità nei confronti di traumi successivi […]: sono gli imperituri e rimossi impulsi di desiderio dell’infanzia che hanno prestato la loro forza per la formazione dei sintomi, e sena di essi la reazione a traumi successivi s sarebbe svolta normalmente. Questi potenti impulsi di desiderio dell’infanzia si possono definire peraltro in modo assolutamente generale come sessuali.» p. 159.
«Esiste unque una sessualità infantile? chiederete. Non è piuttosto l’infanzia proprio il periodo della vita contraddistinto dall’assenza della pulsione sessuale? No, signori miei, non è così: la pulsione sessuale non balza sui bambini nel periodo della pubertà come i demoni del Vangelo entrarono nei porci; il bambino ha le sue pulsioni e le sue attività sessuali fin dall’inizio, le porta con sé venendo al mondo, e da esse, attraverso uno sviluppo significativo, ricco di tappe, emerge la cosiddetta sessualità normale dell’adulto.» p. 159-160.
«Ora forse obietterete: in fondo tutto questo non è sessualità. Ho usato la parola in un senso molto più lato di quanto siate soliti intenderla. Lo ammetto volentieri, ma si tratta di vedere se non siete piuttosto voi che usate la parola in senso troppo ristretto, limitandola all’ambito della riproduzione. […] Ma qualunque sia il vostro orientamento sull’uso di questo termine, tenete fermo il fatto che lo psicoanalista intende la sessualità in quel senso pieno a cui si giunge attraverso la corretta valutazione della sessualità infantile.» p. 164.
Modi tipici d’ammalarsi nervosamente, (1912), vol. 6.
« Proprio l’indagine psicoanalitica ci ha permesso di rintracciare la disposizione nevrotica nella storia evolutiva della libido e di ricondurre i fattori che operano in essa alle varietà congenite della costituzione sessuale, oltreché agli influssi del mondo esterno subìti nella piccola infanzia. » p. 547
Trasformazioni pulsionali, particolarmente dell’erotismo anale (1915), vol. 8.
« Mi è capitato qualche volta di venire a conoscenza di sogni fatti da donne dopo i primi rapporti sessuali. » p.184
Introduzione alla psicoanalisi, parte terza, 19. Resistenza e rimozione (1915-1917) vol. 8
« Ogni volta verremmo portati dall’analisi a individuare le esperienze sessuali e i desideri sessuali dell’ammalato, e ogni volta dovremmo costatare che i suoi sintomi servono alla stessa intenzione. Tale intenzione si rivela essere il soddisfacimento di desideri sessuali: i sintomi servono al soddisfacimento sessuale degli ammalati, sono un sostituto di questo soddisfacimento che a loro manca nella vita.» P. 458
«L’esame comparativo delle cause che provocano lo scoppio della malattia dà infatti un risultato che si lascia esprimere nella formula: tali persone si ammalano in un modo o nell’altro per una frustrazione, e cioè quando la realtà si oppone al soddisfacimento dei loro desideri sessuali.556 Vedete quanto perfettamente questi due risultati concordino tra loro. Quindi i sintomi vanno più che mai concepiti come un soddisfacimento sostitutivo di quanto è venuto a mancare nella vita. »p. 459
realtà si oppone al soddisfacimento dei loro desideri sessuali.556 Vedete quanto perfettamente questi due risultati concordino tra loro. Quindi i sintomi vanno più che mai concepiti come un soddisfacimento sostitutivo di quanto è venuto a mancare nella vita. »p. 459
Un bambino viene picchiato» (Contributo alla conoscenza dell’origine delle perversioni sessuali) (1919), vol. 9
« In base al nostro orientamento, finora ancora incerto, sulla struttura dell’Io, siamo propensi ad attribuire il senso di colpa a quella istanza che si contrappone come coscienza critica al resto dell’Io: è la stessa istanza che nel sogno produce il fenomeno funzionale di Silberer e che nel delirio di essere osservati si distacca dall’Io. » p. 56
Vie della terapia psicoanalitica, (1918) vol. 9.
« Anche l’impulso sessuale degli uomini l’abbiamo spiegato analizzandolo nelle sue componenti, e quando interpretiamo un sogno il nostro procedimento consiste nell’ignorare il sogno come totalità, e nel far partire le associazioni dai suoi elementi singolarmente presi.» p. 20
Breve compendio di psicoanalisi (1923), vol. 9
« La rimozione promanava invariabilmente dalla personalità cosciente (dall’Io) del malato e si appellava a motivi etici ed estetici; colpiti dalla rimozione erano quegli impulsi all’egoismo e alla crudeltà che genericamente possiamo chiamare malvagi, ma soprattutto lo erano gli impulsi di desiderio sessuale, sovente del tipo più sfacciato e proibito. I sintomi morbosi erano dunque un sostituto di soddisfacimenti proibiti, e la malattia parve corrispondere a un imperfetto dominio sugli aspetti immorali della natura umana. » P.592
Autobiografia (1924), vol. 10.
« Una cosa invece non ho mai affermato, anche se spesso mi è stata attribuita, è cioè che dall’interpretazione onirica risulterebbe che tutti i sogni hanno un contenuto sessuale o si lasciano ricondurre a forze motrici sessuali. » p. 113
« Il complesso edipico si è rivelato sempre più distintamente come il nucleo centrale della nevrosi. Esso rappresenta l’apice della vita sessuale infantile e al tempo stesso il punto di snodo da cui si dipartono tutti i successivi sviluppi. Con questa scoperta svanì però la speranza di trovare, per mezzo dell’analisi, un fattore che caratterizzasse specificamente la nevrosi. » p. 123
Inibizione, sintomo e angoscia (1925), vol.10
« Un Rapporto dell’inibizione con l’angoscia non può a lungo sfuggirci. Diverse inibizioni sono chiaramente rinunzie alla funzione, poiché la esecuzione di questa produrrebbe angoscia. Un’angoscia immediata della funzione sessuale è frequente nella donna; noi l’ascriviamo all’isteria e così pure il sintomo difensivo del disgusto, che appare in origine come reazione che segue l’atto sessuale vissuto passivamente, e più tardi sorge al solo
immaginarlo. Anche un grande numero di azioni ossessive si mostrano misure prudenziali e assicurazioni contro esperienze sessuali, e sono quindi di natura fobica » p.240
« Espresso più in generale, ciò che l’Io considera come un pericolo e a cui risponde col segnale d’angoscia è l’ira, è la punizione del Super-io, la perdita dell’amore da parte di questo. Ultima metamorfosi di tale angoscia di fronte al Super-io mi è sembrata esser la paura di fronte alla morte (o di fronte alla vita), l’angoscia di fronte alla proiezione del Super-io nelle forze del destino » p.293
« Attraverso la considerazione dei pericoli della realtà [esterna], l’Io viene costretto ad armarsi contro determinati moti pulsionali dell’Es, a trattarli come pericoli. L’Io non può però proteggersi contro pericoli pulsionali interni in un modo così efficace come contro una parte della realtà a lui estranea. Essendo intimamente legato all’Es, l’Io può soltanto difendersi dal pericolo pulsionale restringendo la sua organizzazione e tollerando la formazione sintomatica quale sostituto per il pregiudizio arrecato alla pulsione. Se poi si rinnova la spinta della pulsione ricusata, ne derivano all’Io tutte le difficoltà che noi conosciamo come sofferenze nevrotiche » p.310
Il disagio della civiltà (1929), paragrafo 6, vol. 10
« Il nome libido può ancora essere usato per le manifestazioni della forza dell’Eros, allo scopo di distinguerle dall’energia della pulsione di morte. » P. 558
« Dobbiamo confessare che ci è molto più difficile cogliere quest’ultima, in un certo senso la indoviniamo soltanto nello sfondo, dietro l’Eros, e addirittura ci sfugge se non si svela frammischiandosi ad esso. Nel sadismo, dove la pulsione di morte storce al suo significato la meta erotica pur soddisfacendo completamente il desiderio sessuale, noi riusciamo a discernere nel modo più chiaro la sua natura e la sua relazione con l’Eros. » p.607
« Per tutto ciò che segue, mi atterrò dunque al convincimento che la tendenza aggressiva sia nell’uomo una disposizione pulsionale originaria e indipendente; torno ora all’asserzione che la civiltà trova in essa il suo più grave ostacolo. A un certo punto, credemmo di capire che l’incivilimento fosse un processo peculiare al quale l’umanità è sottoposta e a quest’idea restiamo fedeli. Aggiungiamo che si tratta di un processo al servizio dell’Eros, che mira a raccogliere prima individui sporadici, poi famiglie, poi stirpi, popoli, nazioni, in una grande unità: il genere umano. Perché ciò debba accadere non lo sappiamo; è appunto opera dell’Eros. Queste moltitudini devono essere legate l’una all’altra libidicamente; la sola necessità, i vantaggi del lavoro in comune non basterebbero a tenerle insieme. Ma a questo programma della civiltà si oppone la naturale pulsione aggressiva dell’uomo, l’ostilità di ciascuno contro tutti e di tutti contro ciascuno. Questa pulsione aggressiva è figlia e massima rappresentante della pulsione di morte, che abbiamo trovato accanto all’Eros con il quale si spartisce il dominio del mondo.» p. 608
Introduzione alla psicoanalisi. Nuova serie di lezioni. Lezione 33. Femminilità (1932), vol. 11
«Anche il complesso di evirazione della bambina è messo in moto dalla vista dell’altro genitale. Essa nota subito la differenza e – lo si deve ammettere, si rende conto del suo significato. Si sente gravemente danneggiata, dichiara spesso che anche lei “vorrebbe avere qualcosa di simile” e cade quindi in balia dell’invidia del pene, che lascerà tracce incancellabili nel suo sviluppo e nella formazione del suo carattere e che, anche nel più favorevole dei casi, non sarà superata senza un grave dispendio psichico.», p. 231.
Compendio di psicoanalisi (1938), vol. 11
«Stando alla concezione corrente, la vita sessuale umana consiste essenzialmente nell’anelito a mettere i propri genitali in contatto con quelli di una persona dell’altro sesso. […]. È comprendibile che la psicoanalisi abbia provocato sensazione e opposizione quando […] ha contraddetto tutte le opinioni correnti sulla sessualità. […] Bisogna distinguere nettamente fra i due concetti di sessuale e genitale.», p. 577.
«Assai per tempo, nella caparbia ostinazione con cui il bambino continua a ciucciare si palesa un bisogno di soddisfacimento che, nonostante provenga e sia stimolato dall’assunzione del cibo, persegue tuttavia il piacere indipendentemente dalla nutrizione; per questo motivo deve e può esser chiamato sessuale.» p. 577.